Teatro

Forsythe torna alla Scala insieme a Bolle e Versace

Forsythe torna alla Scala insieme a Bolle e Versace

Era dal 1998 che William Forsythe, coreografo americano che come pochi ha lasciato il segno nel panorama della danza contemporanea, mancava da Milano e dal Teatro alla Scala dove aveva creato per Alessandra Ferri il balletto "Quartet ".

Da lunedì 6 settembre fino al 23 tornerà nella città che lo ha legato all'amicizia con lo stilista Gianni Versace, con tre balletti e la star Roberto Bolle che danzerà in tutte le recite con ruoli diversi e che torna sul palcoscenico della Scala dopo la Giselle del 2009, mentre ha dato forfait la star Svetlana Zakharova per motivi personali.

Per la prima volta la Scala ospiterà due dei suoi balletti e cioè "Artifact Suite" e "Hermann Schmerman" mentre il terzo " In the Middle Somewhat Elevated" è già stato presentato al Teatro Smeraldo di Milano nel 2001. La sua intensissima attività è stata premiata lo scorso giugno con il Leone D'Oro alla carriera, grazie alla sua vocazione sperimentale che lo ha visto autore di installazioni, performance urbane e multimediali, film e "oggetti coreografici" richiesti dalle maggiori esposizioni d'arte.

Il primo tributo del coreografo alla Scala risale al 1998 mentre i suoi lavori più recenti sono dovuti quasi esclusivamente alla Forsythe Company , mentre si è conclusa nel 2004 la sua direzione ventennale del Frankfurt Ballet.

In apertura di serata al Piermarini verrà presentato "Artifact Suite", mai interpretato prima dai ballerini scaligeri e ciò dimostra come Forsythe non consideri il balletto come qualcosa di statico ma come un processo in continua evoluzione. Infatti nel 2004 aveva creato "Suite from Artifact" per lo Schottisch Ballet basato sulla Ciaccona di Bach BWV1004. Nella prima parte protagoniste sono due coppie principali, Emanuela Montanari con Gabriele Corrado, in alternanza con Francesca Podini e Luigi Sarruggia, mentre nella seconda parte il protagonista è tutto il Corpo di Ballo che intreccerà complicate relazioni con i movimenti accademici. Non bisogna infatti dimenticare che il grande merito di Forsythe è stato proprio quello di destrutturare la danza classica.

"Secondo la concezione tradizionale del balletto - scrive lo stesso coreografo - i movimenti si espandono in uno spazio ipotetico partendo dal centro del corpo. Io invece presuppongo una geometria cristallina interna che a sua volta influisce sul movimento nello spazio. In questo modo ottengo risultati completamente diversi. Ad esempio prendiamo una posizione normale del balletto, ne analizziamo ogni singola relazione ed infine ci troviamo ad avere una variazione infinita che non assomiglia più al balletto classico".

Altra coreografia in programma che debutta alla Scala è "Herman Schmerman" che nasce nel 1992 come quintetto per il New York City Ballet. "Ho sentito questa frase pronunciata da Steve Martin nel film "Dead man don't wear plaid". In realtà è un titolo carino che non significa nulla, è un pezzo sul danzare che farà molto divertire. Sono cinque danzatori di talento che ballano. In questa coreografia non ci sono ruoli stabiliti. Uomini e donne sono interscambiabili come ormai succede nella vita". Alla Scala sarà danzato da Roberto Bolle insieme a Marta Romagna in alternanza con Mariafrancesca Garritano e Marco Messina.
In "The Middle Somewhat Elevated" è stato creato nel 1998 per l'Operà di Parigi. Sulle sonorità concrete di Tom Willems, nello spazio del palcoscenico spoglio e spesso in penombra, vede impegnati nove ballerini tra cui Roberto Bolle, Mick Zeni, Gabriele Corrado, Marta Romagna, Antonella Albano, Francesca Podini, in assoli, quartetti, terzetti e passi a due di grande difficoltà tecnica.

Teatro alla Scala, 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14, 15 ,21 e 23 settembre alle ore 20